50&Più Sassari organizza per venerdì 30 maggio, alle ore 17,30 la conferenza Eleonora d’Arborea – Regina medievale, donna del nostro tempo dal mito alla storia presso il Salone Confcommercio.
In apertura dei lavori i saluti del presidente 50&Più Sassari e vice presidente vicario 50&Più Sebastiano Casu e della prof.ssa Nicoletta Puggioni, Assessora alla Cultura, Marketing turistico, Politiche educative, giovanili e sportive del Comune di Sassari. L’avvocato Martina Pinna, consigliera 50&Più Sassari e moderatrice dell’incontro passerà quindi la parola alla relatrice, la professoressa Pupa Tarantini.
La modernità della figura di Eleonora d’Arborea
La professoressa Tarantini presenterà la vita di questa grande regina sarda, nata nel 1340, che seppe anticipare i tempi ed influenzare la sua epoca. Sposata con Branca Laone Doria, da cui ebbe due figli Federico e Mariano, alla morte del fratello si proclama Giudichessa d’Arborea ricollegandosi all’antico diritto regio sardo, grazia al quale le donne potevano succedere al trono del loro padre o fratello. Eleonora cercò di opporsi agli Aragonesi che miravano a imporre una maggiore influenza sull’isola, cosa che portò all’imprigionamento del marito, durante tutto il periodo della sua reggenza riuscendo ad arrivare alla pace tra Arborea e Aragona, firmata a Cagliari il 24 gennaio 1388.
Nel corso della suo governo inoltre prolungò nel 1392 la nuova Carta de Logu, formata da 198 capitoli che è considerata “il maggior monumento legislativo della Sardegna medievale”, che regolerà la vita giuridica e sociale della Sardegna per quattro secoli. La carta è in lingua arborense, così da poter essere compresa dal popolo (carta de logu = carta del popolo).
Il documento introduce concetti attualissimi, come l’uguaglianza degli uomini davanti alla legge, la differenza tra l’uccisione di un uomo tra chi uccide con animo delliberadu e pensadamenti da chi lo fa senza intenzione. Dà anche una serie di regole per punire chi commette stupro, distinguendo se perpetuato ai danni di una donna maritata, che infatti veniva punito con una multa, o alla fidanzata, che prevedeva, oltre alla multa e sussidiariamente al taglio del piede, anche l’obbligo di sposare si plaquiat a sa femina, la donna.
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