Tra gli esclusi dalla nuova aliquota in vigore ci sono Bot
e Bfp, la tassazione rimane al 12,5%. L'aumento riguarda gli interessi e altri
proventi di conti correnti, depositi bancari e postali, obbligazioni, dividendi, risparmio gestito.
La tassazione sulle rendite finanziare da oggi aumenta di 6
punti percentuali passando 20 al 26%. La novità non riguarda i prodotti
finanziari di emissione pubblica nazionale e dei paesi white list, o
lista bianca, cioè quei paesi
riconosciuti affidabili per trasparenza finanziaria.
Questo ennesimo aumento (iniziato dal governo Monti che
portò l’aliquota dal 12,5% al 20%) è stato previsto dal recente decreto
Irpef del governo Renzi per finanziare il bonus di 80 euro che
da maggio è nelle buste paga dei lavoratori dipendenti con reddito complessivo inferiore a
26mila euro.
Panoramica dei prodotti “graziati”
Dalla nuova tassazione sono esclusi i prodotti di derivazione pubblica. Si tratta dei Buoni del Tesoro (Bot), dal redimento già
molto magro, continueranno a essere tassati al 12,5%. Stessa cosa per i Buoni
Fruttiferi Postali (Bfp) che mantengono anche l’esenzione dell’imposta di bollo se la cifra è inferiore a 5 mila euro.
La lista dei prodotti graziati si allunga con altri titoli
del debito pubblico, Boc (Buoni ordianri comunali), Bor (Buoni ordinari regionali), Bop (Buoni ordinari provinciali), e titoli equiparati, emessi da organismi
internazionali, nonché per le obbligazioni emesse da Stati esteri inclusi nella
white list (per questi ultimi la tassazione passa dal 20% al 12%). Esentate
inoltre le polizze del ramo I che investono prevalentemente in titoli di Stato
i cui rendimenti saranno tassati al 12,5% mentre la quota derivante dalle
obbligazioni e altri strumenti finanziari subirà la nuova aliquota del 26%.
Infine, la nuova aliquota non si applica nemmeno alle forme di previdenza
complementare. Per esse l’aumento è già scattato con il Dl 66/2014 che ha
portato la tassazione dall’11% all’11,5%.
Carrellata dei prodotti “penalizzati”
L’aliquota di
tassazione passa dal 20% al 26% sugli interessi e altri proventi di conti
correnti, depositi bancari e postali, maturati dal 1° luglio 2014. La nuova
misura è valida anche per i redditi derivanti da obbligazioni, titoli simili e
cambiali finanziarie, maturati a partire dal 1° luglio 2014, indipendentemente
dalla data di emissione dei titoli. Dal 1° luglio 2014, come precisato
dall'Agenzia delle Entrate, l'aliquota di tassazione passa al 26% anche per i
redditi diversi di natura finanziaria, con esclusione delle plusvalenze
relative a partecipazioni qualificate.
Anche per il risparmio gestito (fondi comuni, gestioni
patrimoniali) il passaggio è automatico e sarà il gestore a calcolare quanta
parte dei guadagni è maturata con la vecchia aliquota e quanta dopo il rincaro.
La tassazione al 26% sarà applicata a tutti gli strumenti soggetti al rincaro.
“L’affrancamento” al 20%: fino al 30 settembre viene data la
possibilità di “affrancare” i capital gain maturati sugli strumenti finanziari
detenuti su un certo conto titoli alla data del 30 giugno (non se inseriti nei
casi di risparmio gestito). In questo caso il contribuente può scegliere di
assicurarsi la tassazione al 20% pagando, senza vendere i titoli, un'imposta
sostitutiva sulla plusvalenza "latente" ai valori di borsa del 30
giugno, con l'effetto che solo i proventi realizzati dopo tale data saranno
tassati al 26%. Eventuali minusvalenze non ancora utilizzate sul proprio
dossier titoli possono essere 'spese' per ridurre il valore della plusvalenza
latente da tassare al 20%, eventualmente richiedendo questa informazione alla
propria banca. Per 'affrancare' il capital gain al 30 giugno bisogna però avere
a disposizione le risorse per versare le imposte al 20% sulle plusvalenze
'latenti'.
Per saperne di Più: Circolare Agenzia delle Entrate